ANNIVERSARI
Non molto tempo fa, quando l’accademismo spurio e la politica dell’enfasi procedevano a braccetto, la celebrazione di elevati anniversari serviva da pretesto a generalizzati riti politico-culturali, singolari misteri eleusini real-socialisti. Abbaglianti fanfare allettavano gli orecchi, parole altisonanti il cuore. Ebbene, non siamo ancora, purtroppo, molto distanti da quei tempi: ecco che le fanfare ancora risuonano e riecheggiano i paroloni... L’inebriante incenso dei misteri eleusini di nuovo vorrebbe avvolgere ogni cosa, tutto livellare.
L’accademismo spurio e la politica dell’enfasi procedono di nuovo a braccetto, talvolta fanno un giro di danza, intanto che il popolo eccitato si accalca all’intorno per bearsi a quella vista, battendo il tempo e applaudendo esaltato, senza rendersi conto che non è del suo ballo che si tratta e che, dopo tutto, la politica dell’enfasi sarà rincorsa xn nelle sue segrete stanze soltanto dall’accademismo spurio, ben attento, a sua volta, a non calpestarle – Dio ne scampi! – la variopinta crinolina.
In disparte, in silenzio e discretamente, la cultura autentica si realizza in tutt’altra maniera. L’eros politico e guardone le ripugna. È vero, della grande torta sociale, dopo il banchetto, le rimarranno solamente le briciole, ma in compenso, nell’atmosfera creata dalle nuove prospettive democratiche, nessuno potrà più costringerla a nutrire i gaudii politici di chicchessia.
La cultura autentica è gaudio in quanto tale.
Nella pienezza della propria maturità civile, discretamente, in disparte, senza fanfare né grandi parole, sa che prima o poi le farà ritorno qualcuno dei suoi xglioli prodighi, già attratti dal generale fracasso del baraccone politico.
Traduzione di Elis Barbalich Geromella